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Considerazioni sulle mobilitazioni contro l’ergastolo di Claudio Lavazza
Traduzione del comunicato in lingua spagnola "Valoración de las movilizaciones" del compagno prigioniero Claudio Lavazza

Mi sembra
che il fatto di valutare la mobilitazione “come un avvenimento che non
è stato altro che un primo passo” è dovuto alla mancanza di esperienza
su temi così delicati come il carcere.

Ottenere qualcosa che possa andare a vantaggio dei prigionieri in
tempi come quelli che stiamo vivendo è quasi impossibile, necessita di
molto più tempo e impegno, oltre che della comprensione che non tutta
le guerre si possono vincere, ma che bisogna comunque tentare di
vincere alcune battaglie.

Il mio giudizio è positivo, anche se fosse stato un solo prigioniero
a lottare, invece siamo stati molti di più, 43, niente male, dato che
alcuni non ci davano alcun credito per questa mobilitazione.

Abbiamo saputo approfittare di un’opportunità che ci offrivano gli
ergastolani in lotta, identificandoci con loro perchè tutti sapessero
che stiamo nelle stesse o in peggiori condizioni.

Molti non ci credevano, fino a quando sono iniziati a circolare
scritti che si riferivano a diverse situazioni penali dei paesi
dell’Unione Europea…molti di quelli a cui mi riferisco, non erano
solamente prigionieri, ma anche persone fuori.

Se non ci fosse stata la mobilitazione, questi non sarebbero mai
stati informati della durezza che contraddistingue attualmente il
Codice Penale spagnolo. In questo modo abbiamo fatto pubblicità alla
nostra disperata situazione e di conseguenza a quella degli ergastolani
in Italia.

Altro fattore positivo e importante che abbaimo conseguito, è stato
quello di mettere sul tavolo, come un cuneo in una fessura, un
argomento che i politici avrebbero preferito tenere sotto silenzio…c’è
stata una vera e propria offensiva pubblicitaria per ottenere consensi e
gettare attenzione sui più deboli…cioè i prigionieri.

E’ cosa certa, che se taciamo di fronte alle ingiustizie il sistema
pensa, e a ragione, che ci stiamo adeguando al trattamento ricevuto e
così, ci gettano più ossa. Ritengo che queste mobilitazioni per quano
piccole, hanno messo un freno alle intenzioni reazionarie che
intendevano richiedere il riconoscimento costituzionale dell’ergastolo
anche qui in Spagna.

La repressione non è attiva solamente contro chi attacca il sistema,
ma anche contro chi crea dibattiti e iniziative di lotta che possono
stimolare potenziali ribelli, per questa ragione sono così meticolosi
nel reprimere e punire la minima iniziativa. Quando il sistema ha paura
di ciò che può nascere, reagisce con aggressività.

Da qui incoraggiamo tutti quelli che sono stati coinvolti nella
mobilitazione contro l’ergastlo, li incoraggiamo a continuare ad andare
avanti, con la certezza che perseverando nel nostro percorso, qualcosa
otterremo!

Sarei abbastanza soddisfatto, nonostante gli scarsi risultati, se la
nostra lotta fosse servita a che in futuro si manifesti l’impegno e
l’entusiasmo dei molti collettivi, associazioni e organizzazioni che
hanno fatto orecchie da mercante davanti alle nostre rivendicazioni!


Claudio

29 marzo 2009

Teixeiro, A Coruña

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