untori
Organizzazione Consiliare – Tesi per la liberazione dal lavoro

1) L’ideologia del lavoro
è lo stratagemma con cui la società repressiva riesce a ritardare il trapasso
generalizzato già ora possibile ad una società senza classi e libera dalla schiavitù
del lavoro.

 

2) Il mercato mondiale nella
sua ultima fase: lo scambio dei prodotti materiali sussiste solo come forma
economica in via di superamento; la forma più evoluta ed ormai realizzata su
scala planetaria è lo scambio di merci ideologiche.

3) Le ideologie, fondamento
dell’attuale ricchezza delle nazioni, sono le merci nella loro moderna versione:
il loro valore è dato dal tempo di consenso che riescono a garantire. Esse sono
la forma in cui si manifesta il capitale ed è attraverso esse che si esercita
il potere.

4) L’ideologia scambiata
tra gli stati, quelli comunisti non esclusi, viene poi distribuita al minuto
al proletariato per essere consumata. Viene imposta sotto forma di legge naturale:
il lavoro come maledizione continua e la produzione come necessità ineluttabile.

5) La logica del lavoro contiene
però le condizioni per il suo totale superamento. Il capitale potrebbe oggi
ridurre il tempo di lavoro della metà: le forze sedicenti rivoluzionarie includono
nei loro obiettivi la riduzione progressiva del tempo di lavoro poiché rappresentano
il dissenso concesso

6) La produzione imposta
di merci materiali ed il consumo imposto di merci ideologiche si identificano
e il salariato occupa le sue 24 ore alternativamente nell’una o nell’altra forma.
La giornata lavorativa è ormai di 24 ore: vita produttiva e vita quotidiana
coincidono ormai per la loro miseria.

7) Nessuna forma di lavoro
salariato; sebbene l’una possa eliminare gli inconvenienti dell’altra, può eliminare
gli inconvenienti del lavoro salariato stesso. Perciò è indispensabile che il
pensiero si armi nelle strade.

8) Nella rivolta proletaria
di Reggio Calabria, come prima di Casetta e Battipaglia, ciò è avvenuto. Il
proletariato si è costituito in teppa per lanciare la sua sfida cosciente all’incoscienza
dell’ordine costituito. La solitudine del proletariato ed il volto osceno e
ghignante delle sue insurrezioni lasciano costernati i suoi oppressori ed i
suoi falsi protettori.

9) Gli amici napoletani di
Agostino ed i devastatori calabresi hanno chiarito, per l’ultima volta, che
la nuova lotta spontanea comincia sotto l’aspetto criminale e che si lancia
nella distruzione delle macchine del consumo permesso.

10) Oggi a Reggio i motivi
di rivolta sono definiti «futili». Infatti il proletariato non ha particolari
motivi per ribellarsi poiché li ha tutti; non ha richieste particolari da rivolgere
al potere poiché il suo obiettivo è la distruzione di ogni potere che non sia
quello esercitato dai consigli proletari.

11) I Consigli Proletari
non chiederanno nulla di meno della distruzione di questa società, dell’abolizione
del lavoro, dell’eliminazione violenta di ogni istituzione separata (scuole,
fabbriche, prigioni, chiese; partiti, etc.) poiché esisterà il potere decisionale
di ciascuno nel potere unitario ed assoluto dei Consigli.

12) I Consigli Proletari
non saranno nient’altro che l’inizio della costruzione da parte di tutti della
vita libera e felice oggi relegata nei desideri e nei sogni prodotti dall’infelicità
dell’attuale sopravvivenza.

13) Proletari coscienti,
che la maledizione del lavoro sia maledetta, che l’ineluttabilità della produzione
diventi il suo lutto.

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